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martedì 21 settembre 2010

Intervista a Talete di Mileto

Le posizioni di Talete sono nette ed innovative, è difficile dire quanto esse siano state correttamente recepite dai suoi epigoni, soprattutto alla luce del fatto che tuttora non si sa se egli abbia mia lasciato degli scritti. La "astrologia nautica" che gli è stata attribuita, ad esempio, si dice sia stata scritta da Foco di Samo. Lo scopo principale di quest'intervista è proprio quello di far un po' meglio chiarezza sul pensiero del filosofo greco. 

C.K: Signor Talete, per lei cos'è Dio?
T: E' l'essere più antico, ciò che non ha principio né fine.

C:K: Qual'è la cosa più bella?
T: L'universo, che è opera di Dio.

C:K: La cosa più forte?
T: La necessità, che domina su tutto.

C:K: Che cosa è difficile?
T: Conoscere se stessi.

C:K: Qual'è la cosa più dolce?
T: Ottenere quel che si desidera.

C:K: La cosa più strana che ha visto?
T: Un tiranno vecchio.

C:K: In Italia?
T: No, in Grecia perché?

C.K: No, nulla. Andiamo avanti.
Qual'è secondo lei il modo migliore di sopportare disgrazia?
T: Vedendo i nemici nel peggio.

C.K: In quale modo si può vivere una vita ottima e giustissima?
T: Non facendo quel che ad altri rimproveriamo.

C:K: E chi è davvero felice?
T: Chi è sano di corpo, ricco di risorse spirituali e ben educato di natura.

C.K :Signor Talete, per che cosa ritiene di dover esser grato alla sorte?
T: Per esser nato uomo e non bestia, per esser nato uomo e non donna, greco e non barbaro.

C:K: Che cos'è la morte?
T: La morte è come la vita, in nulla vi differisce.
C:K: E allora perché lei non muore?
T: Perché non vi è differenza.


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